23 settembre 2011

Las bienaventuranzas del peregrino

Questo è il titolo di una preghiera che ci è stata regalata da un prete della "Parroquia de San Julian del Camino" nei pressi di Palais de Rei durante il nostro Cammino.
La condivido con tutti voi, in lingua originale sperando di non fare errori di trascrizione.

1. Bienaventurado eres, peregrino, si descubres que el camino te abre los ojos a lo que no se ve.
2. Bienaventurado eres, peregrino, so lo que màs te preocupa no es llegar, sino llegar con los otros.
3. Bienaventurado eres, peregrino, cuando contemplas el camino y lo descubres lleno de nombres y de amaneceres.
4. Bienaventurado eres, peregrino, porque has descubierto que el auténtico camino comienza cuando se acaba.
5. Bienaventurado eres, peregrino, si tu mochila se va vaciando de cosas y tu corazòn no sabe donde colgar tantas emociones.
6. Bienaventurado eres, peregrino, si descubres que un paso atràs para ayudar a otro vale màs que cien hacia delante sin mirar a tu lado.
7. Bienaventurado eres, peregrino, cuando te faltan palabras para agradecer todo lo que te sorprende en cada recodo del camino.
8. Bienaventurado eres, peregrino, si buscas la verdad y haces de tu camino una vida y de tu vida un camino, en busca de quien es el Camino, la Verdad y la Vida.
9. Bienaventurado eres, peregrino, si en el camino te encuentras contigo mismo y te regalas un tiempo sin prisas para no descuidar la imagen de tu corazòn.
10. Bienaventurado eres, peregrino, si descubres que el camino tiene mucho de silencio; y el silencio, de oraciòn; y la oraciòn, de encuentro con el Padre que te espera.

19 settembre 2011

E neve sia!

Era stata annunciata. Non volevo crederci ma eccola lì candida come solo lei può esserlo!
Pronti con gli sci?

Un pò giù di corda

E' vero, mi succede di essere un pò giù di corda, soprattutto con l'inizio dei primi freddi. Con questa pioggia che non smette da sabato. Incessante scende. Le nuvole creano un muro oscurando le montagne che vedo dalle finestre di casa. Oggi Bressanone sembra un'altra città.
Stamattina io e Leo abbiamo dovuto guadare pozzanghere che sembravano piccoli laghi facendo attenzione a schivare tsunami provocati dalle macchine in corsa.
Poi torno a casa e la calma, il silenzio mi fanno compagnia.

Così nel mio girovagare in Internet scopro questo blog http://pokankuni.wordpress.com/ e un suo post iniziava così: Concedetevi una ventina di minuti di pace, e godetevi questo cortometraggio, denso di poesia e di profonda verità sull’uomo.


Godetevelo anche voi in questa giornata uggiosa. Nick Vujici farà splendere il vostro sole, come è successo a me :-)

16 settembre 2011

Omertà

Ieri sono andata a prendere Leonardo a scuola.
Mentre facevamo il tragitto fino a casa gli ho chiesto se a scuola fosse andato tutto bene. Lui mi risponde di si, tutto a posto. L'ultima ora aveva avuto italiano e si era divertito a fare un gioco.
- Bene, Leonardo. E durante la pausa con chi hai giocato?-
- Ho giocato con i miei amici. Ma poi - dice lui tutto serio - E' successo un casino! -
- Ah si? E come mai? -
- Margareth e Amine hanno litigato -
Ahi! Margareth sarebbe la sua fidanzata già dalla prima elementare.
- Come mai hanno litigato? -
- Margareth diceva che io piacevo ad Amine -
- Caspita direi che Margareth è proprio gelosa. E tu cosa hai fatto? -

E qui Leonardo si è celato dietro un'omertà sentimentale difficile da scalfire, tipica del suo carattere. Vedremo come andrà a finire :))

14 settembre 2011

Quanto sareste disposti a pagare?

Chi è il pellegrino? Queste le definizioni date dal mio "Zingarelli" del 1971: che viaggia - forestiero, straniero - chi viaggia per visitare luoghi santi.
Riporto volentieri questo articolo di Cristina sull'accoglienza (http://www.movimentolento.it/it/resource/blog/CristinaMenghini/accoglienza-povera-un-gesto-damore-pagamento/) e poi nei prossimi giorni lo svilupperò.


ACCOGLIENZA “POVERA”… UN GESTO D’AMORE A PAGAMENTO???

Non c’è nulla di più appagante per un pellegrino, alla fine di una faticosa giornata di Cammino, che trovare un sorriso ad accoglierlo. Il sorriso di un prete che mette a disposizione qualche letto nella canonica, o ancora quello di qualche volontario che ha deciso di donare un po’ del suo tempo a servizio di una realtà che in Italia si sta sempre più diffondendo: il pellegrinaggio a piedi.

Conosco quella sensazione di gratitudine che ti avvolge quando vieni accolto con Amore così come ho ben presente quel sentire di pienezza che nasce dall’abbraccio sincero di un pellegrino che ti ringrazia prima di ripartire… io, pellegrina e ospitaliera…

E forse è proprio perché certe esperienze le ho vissute in prima persona, che mi rattristo ogni volta che scopro situazioni nelle quali il pellegrino viene visto più come un turista… e dove quel sorriso che tanto desidera incontrare a volta gli costa caro!

Ho peregrinato più volte sulla Via Francigena e posso dire di essermi imbattuta nelle più svariate situazioni; ho incontrato persone splendide che mi hanno accolta col Cuore, che hanno condiviso con me la loro cena, che hanno voluto ascoltare il racconto dei miei passi; ne ho incontrate altre che freddamente mi hanno messo un timbro sulla credenziale e dopo avermi chiesto 25 euro, non mi hanno nemmeno accompagnata in stanza, indicandomi col dito le scale su cui salire.

Eppure, come ci tramanda la storia medievale, l’accoglienza al pellegrino,  e non solo, soprattutto da parte degli enti religiosi è sempre stata considerata un valore, oltre che un servizio al prossimo. Monasteri, conventi e parrocchie erano soliti accogliere i viandanti in cammino verso Roma, offrire loro un luogo sicuro per passare la notte, un abito pulito e un pasto caldo, oltre che un sostegno spirituale e un momento di morale convivialità. Il tutto sempre gratuitamente.

Il pellegrino moderno, indipendentemente dalle motivazioni, si mette in Cammino con il desiderio, a volte inconscio,  di voler vivere un certo tipo di esperienze di valori quali la condivisione, la solidarietà, la comprensione, esperienze che, nel nostro vivere moderno, “veloce ed egoista” è difficile riuscire a comprendere ed a interiorizzare. Il pellegrino cerca un gesto d’Amore, perché è nell’amore che si trova la forza di andare avanti nel Cammino, così come nella Vita. E dove c’è Amore ci sarà quasi sicuramente anche un materasso su cui riposare, dell’acqua calda per lavarsi e un piatto di minestra per rifocillarsi. Di questo ha bisogno il pellegrino e di null’altro. Adesso, proprio come nel passato.

Sulla moderna Via Francigena però, l’accoglienza povera non sempre rispecchia quel gesto d’Amore tanto cercato. Non è certo mio interesse, e ben me ne guardo, giudicare l’intenzione e l’operato altrui. Ognuno si metta una mano sulla propria coscienza. Ci tengo però a raccontare alcune mie esperienze personali con la speranza di riuscire a far nascere una sorta di riflessione costruttiva su come si sta evolvendo il “sistema accoglienze” su una delle Vie di pellegrinaggio più importanti del mondo!

Premetto che, a mio avviso, le strutture che si propongono come accoglienza al pellegrino dovrebbero essere tutte “ad offerta”, seppur comprendo l’esigenza di coprire i costi di gestione e di conseguenza sono d’accordo qualora venga stabilito un contributo simbolico.

Ci sono essenzialmente tre tipi di ospitalità sulla Via Francigena: quelle ad offerta, quella con un prezzo simbolico che mi piace definire “giusto” e quelle con prezzo “turistico”. E spesso il sorriso e l’Amore con cui si viene accolti è inversamente proporzionale ai soldi spesi.

Quanta compassione nel piatto di pasta che Suor Ginetta, a Siena, mi ha offerto. Quando le ho chiesto dove potevo lasciare un’offerta mi ha mandato a dire un “Ave Maria” per tutti i poveri che giornalmente andavano da lei a chiederle lo stesso piatto di pasta.

Don Giovanni, ad Aulla, in collaborazione con il Comune, porta avanti l’accoglienza in un ostello ricavato nei locali di una scuola, nonostante tutti gli oneri e gli impegni che il suo compito di prete lo porta ad avere. L’ultima volta che sono andata, dopo avermi invitata a cena con i suoi collaboratori, mi ha detto che, se proprio insistevo, potevo lasciare un’offerta per la ristrutturazione dell’Abbazia di San Caprasio.

A Radicofani e Roma, negli ostelli gestiti dalla Confraternita di San Jacopo di Perugia, sono sempre stata accolta con rispetto e grande disponibilità. Gli ospitalieri volontari si donano al servizio al pellegrino, onorandone il Cammino con il rito della “lavanda dei piedi”, simbolo dell’Amore di Gesù verso l’Umanità. E’ un gesto che mi ha molto colpita e che sottintende l’ospitalità come valore umano e religioso. La cassetta delle offerte è in un angolo, quasi nascosta.

Ad Orio Litta, sono stata accolta dal sindaco, PierLuigi Cappelletti che mi ha accompagnata personalmente nel bellissimo ostello comunale di Cascina San Pietro. I costi di gestione rientrano nelle spese comunali e quindi al pellegrino è lasciata la scelta se contribuire o meno con un’offerta.

Anche nel comune di Monteriggioni il pellegrino è ben accolto. Il Sindaco Bruno Valentini, è sempre in prima linea quando si tratta di migliorare la percorribilità della Via Francigena. E per questo ha finanziato molti interventi sia per la sicurezza del percorso che per l’accoglienza. E’ stato appena inaugurato l’ostello “La Sosta di Strove” dove i pellegrini potranno riposare con tutti i comfort (persino televisore e computer) al giusto prezzo simbolico di 12 euro per i costi di gestione.

Don Giorgio, a San Quirico d’Orcia, ospita i pellegrini nella Collegiata al giusto prezzo simbolico di 9 euro. Anche li ho sempre trovato un’ottima disponibilità. L’ultima volta ho passato parecchio tempo a chiacchierare con lui e dato che ero li come volontaria per la Via Francigena, non ha nemmeno voluto il mio contributo in denaro per il pernottamento.

Ricordo invece con amarezza il giorno in cui sono arrivata al confine tra Svizzera e Italia. Avevo prenotato all’Ospizio, oltre al pernottamento anche la cena, pagando 30 euro. Avendo problemi di allergie alimentari ho chiesto al frate di poter mangiare qualcosa di differente con la risposta che essendoci tante persone non sarebbero riusciti a prepararmi nemmeno una pasta in bianco. Ho quindi chiesto che mi fossero restituiti i soldi della cena con l’intenzione di andare al bar di fronte e mangiarmi un panino. Soldi che non mi sono stati restituiti.

Partita da Fucecchio, dopo 48 chilometri di cammino e dopo aver chiamato per avvisare che facevo tardi a causa della lunga tappa, mi presento al portone del Convento di Sant’Andrea a San Gimignano alle otto di sera. Il frate responsabile, con aria molto scocciata, si lamenta per il mio ritardo accusandomi di aver fatto la turista e minaccia di non accogliermi. Apre il portone solo dopo la mia insistenza. L’ospitalità era ad offerta. Decido di non lasciargli nulla. Sempre a San Gimignano, la seconda volta, decido di risparmiarmi l’esperienza precedente e mi reco al Monastero di San Girolamo. La Sorella mi accoglie proprio come se fossimo alla reception di un hotel. Mi chiede il documento, mette un timbro sulla credenziale, senza nemmeno rivolgermi uno sguardo o una domanda. Mi fa la ricevuta di 25 euro , mi consegna le chiavi col numero della stanza e col dito mi indica la scala su cui devo salire. La mattina per colazione ci saranno biscotti secchi e bevande dalla macchinetta automatica.

Passando da Gambassi Terme a giugno di quest’anno, mentre apponevo la nuova segnaletica bianco-rossa sul percorso, decido di andare a sbirciare  l’ultimazione dei lavori del nuovo ostello dei pellegrini in Santa Maria in Chianni. Rimango quasi scossa dal “lusso” non proprio tipico di un’ospitalità povera, così come dal prezzo: 24 euro per una singola solo pernottamento. Colazione 3 euro. Prezzi a scendere in relazione al numero di pellegrini con cui si viaggia. La signora che si occupa della gestione si giustifica dicendo che deve pagare una donna delle pulizie e che i costi di gestione sono alti. Le parlo quindi dell’esistenza degli ospitalieri volontari, che, proprio come accade sul Cammino di Santiago, potrebbero accogliere periodicamente i pellegrini prendendosi cura gratuitamente della struttura. La risposta, un po’ scocciata: “So bene come funziona sul Cammino di Santiago. Ci sono stata pure io. Certo non ho dormito negli albergue dei pellegrini in quanto potevo permettermi di stare in hotel. E poi figuriamoci se lascio in mano a qualcuno che non conosco la gestione del mio ostello”.

Ed infine…

Sabato scorso sono stata all’inaugurazione dell’Ostello Santa Maria in Betlem a Borgo Ticino (Pavia). Premetto che ero già stata li a maggio per incontrare Don Lamberto e discutere con lui sull’importanza di avere un luogo di accoglienza povera in una città come Pavia, crocevia di itinerari storico-religiosi, tentando di convincerlo a favorire, almeno per i pellegrini, un trattamento ad offerta, o per lo meno un giusto prezzo simbolico . Ero anche stata più volte in Provincia a parlare con l’ormai ex assessore Renata Crotti, che aveva promesso di sostenermi in questa causa. Avevo però già letto sul giornale del giorno prima dell’inaugurazione che i prezzi sarebbero stati di 20-22 euro più 3 euro per la colazione.

Durante l’intervento, da parte di varie autorità, è stato per tutto il tempo sottolineato il forte ruolo che questo ostello avrebbe avuto nell’accoglienza dei pellegrini e in particolare il vescovo di Pavia ha speso parole bellissime sul valore dell’accoglienza cristiana e sul fatto che tutta la comunità avesse il dovere di aiutare il pellegrino di passaggio nella città, proprio come accadeva nel Medio Evo. Ho alzato la mano in bella vista, per poter intervenire. Don Lamberto mi ha riconosciuta e dopo dieci minuti di ringraziamenti di rito ha preferito far alzare tutti invitandoli a raggiungere l’ostello per visitarlo. Quando mi sono avvicinata a lui per domandare che tipo di trattamento economico fosse previsto per un pellegrino a piedi con credenziale, mi ha liquidata rispondendo a microfono spento che i prezzi ancora non erano stati discussi.
Sarebbe interessante poter ascoltare altre esperienze per poterle confrontare ed avere un quadro più preciso che non sia solo il punto di vista di una persona. E’ comunque indubbio che in alcuni punti tappa sulla Via Francigena  c’è ancora molto da lavorare in tema di accoglienza al pellegrino,  in particolare in Val d’Aosta e in località importanti quali Pavia, Piacenza, Lucca, Gambassi Terme, San Gimignano, Vetralla e Sutri.

Quanto caro  i pellegrini dovranno ancora  pagare per questo antico gesto d’amore?

13 settembre 2011

Un personaggio da scoprire

Amo leggere romanzi storici, come i Promessi Sposi per intenderci. Quest'estate ho riscoperto la piacevole lettura di Tracy Chevalier. Di lei avevo letto un paio di anni fa il suo libro più famoso, "La ragazza con gli orecchini di perla" (Girl with a pearl earing). Quest'anno ho dato fondo non alle mie tasche, bensì alle scorte della biblioteca e tra i titoli a disposizione quello che mi è piaciuto, appassionato, coinvolto maggiormente è stato "Creature selvagge" (Remarkable creatures).
Sarà che ho sempre dato per scontato che i resti fossili di dinosauri & co. siano nei musei da anni, sarà che ho sempre attribuito al caso il ritrovamento dei resti di questi scheletri, scoprire che in realtà il primo fossile di Ittiosauro esposto in un museo sia il frutto del lavoro di una donna è stata una piacevole sorpresa.

Ora, alzi la mano chi conosce Mary Anning... gli altri se vogliono possono leggere i suoi cenni biografici qui: http://www.enciclopediadelledonne.it/index.php?azione=pagina&id=15
Altro argomento affrontato nel libro e senz'altro interessante è il dibattito religioso/scientifico nato da questi ritrovamenti. Nel diciannovesimo secolo si credeva che la Terra avesse 6000 anni in base ad un calcolo fatto dal Vescovo Ussher, secondo il quale Dio creò l'Universo il 23 ottobre 4004 a.C. a mezzogiorno in punto (fonte da http://it.wikipedia.org/wiki/James_Ussher). Ma ci si domandava anche: perchè se tutto ciò che Dio ha creato è perfetto ha poi distrutto queste creature?

Un libro da meditazione, uno dei più belli che abbia mai letto, oltre ai Promessi Sposi naturalmente :-)
Se volete saperne di più questo link vi porta direttamente al sito dell'autrice (in inglese): http://www.tchevalier.com/remarkablecreatures/story/index.html

9 settembre 2011

L'Atlantico

Non potevamo lasciare la Spagna senza vedere l'Atlantico. La nostra intenzione era quella di andare a Finisterre con il pullman in giornata da Santiago, ma dopo aver appreso che ci sarebbero volute sei ore tra andata e ritorno abbiamo scelto un'altra tappa. Decidiamo per A Coruna che scopriamo poi essere una città eclettica in cui storia e modernità sono ben amalgamate e ci sentiamo a nostro agio tra le sue strade.
In epoca fenicia era conosciuta per le sue miniere di stagno. Da qui partì anche la spedizione dell'Invincibile Armata http://it.wikipedia.org/wiki/Invincibile_Armata. Fiancheggiando la bellissima passeggiata lungomare si arriva alla Torre di Ercole, un faro alto 104 m risalente all'epoca di Traiano.
La rosa dei venti era lì quasi a volerci chiedere "e ora quale direzione vorreste prendere?".
Per ora non lo sappiamo, per ora ci basta tornare tra le nostre belle montagne in cerca di stelle alpine :-)


8 settembre 2011

Queso fritto

Riprendo il Cammino da dove l'avevo lasciato, l'arrivo a Santiago. E col nostro arrivo in città arriva anche il verano, cioè l'estate, il caldo. Di sicuro non avremmo potuto camminare con tutto quel calore. Ci riteniamo fortunati. Pensiamo che se il Cammino ci ha chiamato in quel preciso momento era perché doveva essere fatto. E la soddisfazione di arrivare da pellegrini è immensa.
Così come immensa ci appare la Cattedrale. Siamo delusi invece dal fatto che non si possa entrare dal "portico della Gloria" e neppure accarezzare la colonna di San Giacomo perché recintata. Riusciamo invece ad abbracciare la statua del Santo che è posta sopra l'altare.
So che esistono altre chiese in cui è visibile "L'occhio che vede tutto" ma essendo la prima volta è stata per me una incredibile sorpresa vedere questo simbolo. Non saprei citare neppure una fonte attendibile in cui se ne parla ma è mia intenzione andare a fondo di questa simbologia. Prima o poi ne riparlerò.
Anche qui la conchiglia con la croce.
Dal sacro al profano... in Galizia, terra celtica è sopravvissuto il rito della notte di San Juan (San Giovanni - 24 giugno). In tutta la regione si accendono falò che devono essere saltati per far si che il proprio desiderio avvenga. Fede e Leo come altri bambini hanno scritto il loro su un foglietto e poi lo hanno bruciato nel pentolone.  
A Santiago esistono diversi locali dove si mangia bene e un'altra specialità che abbiamo provato è il queso fritto, cioè formaggio fritto servito con salsa alle fragole. Se qualcuno pensa di poter fare il Cammino e di potere anche dimagrire... bè se lo può scordare. Se cammini hai fame, se hai fame mangi... A domani con l'ultima tappa.

7 settembre 2011

Un pò di calma

Vorremmo prenderci un pò di calma prima che inizi la tempesta... La tempesta, cioè la scuola inizierà lunedì. Federico sarà al primo anno delle medie. Un altro capitolo si apre, un capitolo in cui non abbiamo idea come continuerà il racconto. Federico che affronterà ogni materia in lingua tedesca, come lo è stato negli ultimi due anni delle elementari ma con l'incosciente consapevolezza che sarà un pò più arduo.
Federico che tralascerà un pò lo studio del pianoforte per iniziare la nuova avventura del sax perché a marzo ha fatto l'esame per la sezione musicale per continuare a stare insieme ai suoi amici ed è l'unico che l'ha superato.
Federico che farà parte della squadra di nuoto di Bressanone. Federico che cresce e avrà un mondo di opportunità di fronte a sè ma che ancora non se ne rende conto perchè troppo impegnato a giocare con suo fratello.
Poi la tempesta passerà ma in modo più mite su Leonardo. Anche lui impegnato al secondo anno delle elementari tedesche. Leonardo che vuole sempre seguire le orme del fratello e quindi quest'anno inizierà a compiere i primi passi con il pianoforte. Leonardo che anche se gli piacerebbe giocare a calcio o a basket sicuramente deciderà di fare nuoto come suo fratello. Non è mancanza di personalità la sua ma è la semplice dimostrazione di un grande amore per un componente della sua famiglia. Leonardo che quando aveva un anno e me lo portavo in giro sul passeggino si guardava la manina e ad ogni ditino nominava ognuno di noi.
Un pò di calma prima di rientrare negli impegni che li faranno crescere ogni giorno un pò di più.

5 settembre 2011

Andar per sassi

Ogni volta che ci accingiamo a fare una camminata la raccomandazione è sempre la stessa... "Non portate a casa sassi!"... ma poi...

Qualcuno si è meritato un posto d'onore nella "sassoteca" di casa come questo trovato da Federico. Nella fessura si possono intravedere piccole formazioni calcaree.
Altri invece sono elementi ornamentali in un vaso di grassine.
Altri vengono rotti per controllare se all'interno ci sia qualche piccolo tesoro, altri ancora vengono usati in maniera più "creativa". 
Altri sono piccoli ricordi di vacanze al mare, soprattutto se sono a forma di cuore o se li contengono
Sassi, raccontati anche in alcune poesie di Cesare Pavese.
Da "la terra e la morte":
Terra rossa terra nera,
tu vieni dal mare,
dal verde riarso,
dove sono parole
antiche e fatica sanguigna
e gerani tra i sassi....

4 settembre 2011

Mi piace

Ogni volta che facciamo una passeggiata anche vicino a casa c'è sempre qualcosa di bello da scoprire. 
Un bruco appoggiato ad uno stelo d'erba.
Un giardino dai mille colori e profumi.
Non è facile ma con pazienza i quadrifogli si trovano!
Piccole orchidee selvatiche.
Nuvole che prendono forma dalle nostre fantasie.

Tutto intorno a noi è una piccola gioia. Ancora più bello vedere il mutare delle stagioni. 
Tra un pò inizierà l'autunno e già se ne intravedono i colori. Belli e dorati ci circonderanno con il loro calore.

2 settembre 2011

Alberi

Una passione quella di Federico per gli alberi, fin da piccolo.
Alberi intrecciati per giocare. 

Alberi che regalano frutti.
Alberi che offrono ombra.
Che bello vivere in una città alberata!


1 settembre 2011

Piccoli consigli

La prima volta che sentimmo parlare del Cammino di Santiago fu grazie ad una piccola rivista di viaggi che illustrava in modo abbastanza semplice tutto il percorso da Saint-Jean Pied de Port a Santiago. E' passato tanto tempo da allora e l'idea di fare un'esperienza simile era sempre lì presente nella nostra mente ma per un motivo o per l'altro mai fattibile. Nel frattempo ascoltavamo racconti di pellegrini, leggevamo libri, guardavamo foto e creavamo la nostra esperienza. Quest'anno il Cammino ci ha chiamato e in un paio di mesi M. ha organizzato tutto. Ha controllato le tappe, verificato i chilometri, consultato mappe, calcolato ore e nel sabato e la domenica con qualsiasi tempo abbiamo percorso tappe e verificato che le nostre gambe tenessero il ritmo. Aver frequentato la palestra nei tre mesi precedenti al viaggio ha sicuramente influito anche sulla nostra forma fisica.
Siamo partiti con una buona dose di ottimismo e senza porci tante domande perché sapevamo che non avremmo potuto trovare nessuna risposta se non affrontando il viaggio giorno per giorno. Avevamo deciso di riempire gli zaini con gli indumenti essenziali sia per noi sia per i bambini. Il peso avrebbe gravato sempre sulle nostre spalle e non volevamo appesantirci troppo. Il mio pesava 10 kg circa e quello di M. 14 kg. Comunque durante il percorso è possibile con una piccola cifra di tre euro far portare lo zaino da una destinazione all'altra.
E' stato davvero utile passare dalla farmacia per cercare una crema per i piedi ed evitare che le vesciche rovinassero i nostri ricordi del Cammino. Quella che ho acquistato, di provenienza tedesca la spalmavamo ogni mattina prima di partire e ogni sera dopo la doccia. Un elemento di fondamentale importanza è la scelta della calzatura. Il nostro consiglio è quello di non partire con scarponi nuovi. Tutti e quattro indossavamo scarponi alti per proteggere le caviglie da eventuali distorsioni ma se dovessi rifarlo nuovamente sceglierei per me scarpe un pò più leggere. Alla sera, il massimo della mondanità è girare tutti in ciabatte :)
Non sarebbe da pellegrini pernottare nelle pensioni ma con i bambini ci è sembrata la soluzione migliore rispetto all'ostello. Nell'ostello ci sono anche più possibilità di confronto tra pellegrini ma i bambini spesso possono portare un pò di scompiglio e dopo aver passato tutto il giorno in cammino quello che si vuole è sicuramente riposo! La colazione non è mai compresa nel costo del pernottamento. Per poterci riposare il più possibile cenavamo alle sei e alle sette e trenta eravamo già a letto. La mattina sveglia alle sette.
Nonostante Leonardo abbia una forza fisica incredibile perché abituato a camminare nei boschi e per lo sport che fa, è stato comunque un impegno importante per le sue gambette e anche se ha sempre trovato l'energia per giocare al parco giochi e mai una volta si sia lamentato, il mio consiglio è che l'età migliore per fare il Cammino è dagli otto anni in poi. Inoltre la Compostela religiosa viene data a chi ha già fatto la Prima Comunione e quindi Leo ha ricevuto quella non religiosa. Chissà se da grande rifarà il Cammino? L'autore delle foto di questo post è proprio Leonardo. A domani!